Cina, crisi immobiliare: acquirenti case minacciano sciopero mutui

La situazione attorno alla crisi immobiliare cinese rischia di vedere un’ulteriore escalation: decine di migliaia di acquirenti di case, di fronte alle mancate consegne da parte delle società di costruzioni in crisi di liquidità, minacciano di fermare il pagamento delle rate dei mutui, una mossa che – se messa in pratica – rischierebbe di inasprire ulteriormente il rischio di contagio al settore bancario. Lo segnala il Nikkei Asia.

Gli sviluppatori immobiliari cinesi, a partire dai più grandi, si trovano di fronte a livelli d’indebitamento importanti che hanno portato a diversi default sul pagamento delle loro obblifazioni agli investitori. I nomi coinvolti sono quelli più importanti del settore, da Shimao e Evergrande, quest’ultimo il più indebitato sviluppatore immobiliare del mondo con un’esposizione di circa 300 miliardi di euro.

Attraverso i social media, gli acquirenti di immobili all’interno di 100 complessi abitativi non ancora consegnati nel paese hanno avvertito che intendono mettere in campo uno sciopero delle rate finché gli sviluppatori non completeranno i progetti.

I ribelli sanno di rischiare molto. Potrebbero essere denunciati e potrebbbero essere puniti inbase al sistema dei “crediti sociali”, che tra le altre cosa pone delle restrizioni anche ai movimento per le persone che mancano di pagare i loro debiti.

“E’ a rischio la nostra sopravvivenza e quando sei in una situazione drammatica, allora il credito sociale è solo una tigre di carta”, hanno affermato in una dichiarazione questa settimana gli acquirenti di immobili del complesso abitativo Yuga Bailuyuan a Zhengzhou, in Cina centrale. “Dobbiamo toglieci le manette e avvertire coloro che ci hanno derubato che non siamo agnelli da portare al macello”.

Secondo un rapporto di ANZ, i mutui collegati a progetti residenziali non terminati equivalgono a qualcosa come 1.500 miliardi di yuan (220 miliardi di euro)

Il movimento dello sciopero dei mutui è partito alla fine di giugno da persone che sono rimaste incastrate in un progetto di Evergrande nella città sudorientale di Jingdezhen. Ma in seguito ha preso a diffondersi in altre parti del paese.

“Se decine di migliaia di acquirenti di case davvero dovessero interrompere il pagamento dei mutui, allora le compagnie immobiliari crollerebbero immediatamente perché non hanno liquidità”, ha chiarito il capo economista di Hang Seng Bank China Dan Wang a Nikkei Asia. “Ci sono – ha continuato – pesanti rischi per le bamche, in particolare per le banche locali, i cui asset sono principalmente collocati nel settore residenziale, e non c’è modo per la banca centrale di salvarle tutte”.

In Cina è comune che l’acquirente paghi in anticipo il 100 per cento dell’immobile ancora non costruito. Per farlo è comune ricorrere a mutui bancari. Secondo una stima di Nomura, però, solo il 60 per cento delle case vendute dagli sviluppatori tra il 2013 e il 2020 è stato consegnato. Mentre si accumulava un ammontare di mutui per 26.300 miliardi di yuan (3.892 miliardi di euro).

Il sistema delle case pre-vendute ha creato un circolo vizioso, che con le secche economiche accelerate dalla crisi Covid ha mostrato tutte le sue pecche.

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